Cronache dal secolo scorso: Aprile 1992

By Glen Carrie From Unplash

Il mese di Aprile del 1992 verrà ricordato come quello del doppio album di Springsteen, della sua crisi personale, ma anche quello degli esordi per le uscite di PJ Harvey ed Annie Lennox.

Iniziamo la nostra carrellata sulle nuove uscite del secolo scorso, con due dischi dello stesso autore, infatti ad Aprile il “Boss” Bruce Springsteen licenzia nello stesso giorno gli album “Human Touch” e “Lucky Town”, lavori decisamente diversi ed eterogenei, concepiti in due momenti differenti e con uno spirito decisamente lontano l’ uno dall’altro, più Country uno e più Rock l’altro. Bruce in piena crisi sentimentale, in quanto veniva dalla rottura della sua precedente relazione, ed artistica, decide infatti di mettere da parte la storica E Street Band, ed arruola dei musicisti, decisamente bravi, ma che risultano essere molto “scollati” dalla realtà e dalla poetica Springsteeniana. Indeciso se pubblicare in un doppio album tutto il materiale registrato nel biennio precedente, l’artista decise per fare uscire due dischi nello stesso giorno, e nonostante i buoni riscontri di vendite, numero 1 e 2 della UK Chart, rimane ancora il dubbio su quanto fosse stata suicida questa scelta, di fatto, i fan li adorarono ed i critici li stroncarono. Singoli ovviamente non ne mancano, “57 Channel (And Nothin’ On)” e l’omonima “Human Touch” per il primo e “Better Days” e “If i should fall behind” e “Leap of the faith” per il secondo. Posizione numero 14 per Jesus And Mary Chain con il loro ” Honey’s dead”, lavoro questo che prende ulteriormente le distanze dalle sonorità degli esordi. pur trattandosi del quarto disco della band di Glasgow, risulta netto e repentino il cambiamento di stile in così poco tempo. Registrato con l’aiuto dei produttori Flood e Alan Moulder, l’album presenta brani decisamente interessanti dal punto di vista compositivo, anche se più “quadrati”e meno di impatto rispetto ai lavori precedenti. Dal punto di vista di chi scrive ci troviamo di fronte ad un’involuzione stilistica di non poco conto. Per i singoli si ascolti il primo estratto “Reverence” che suscitò polemiche per alcune frasi del testo, “Far gone and out” e “Almost gold”. Gradino numero 21 per i Charlatans con “Beetween 10th and 11th” secondo lavoro per il gruppo inglese che esce a due anni di distanza dall’esordio “Some Friendly”. Suoni freschi e qualche buona intuizione per un lavoro che scorre felice sotto la puntina del nostro piatto, condito da mellotron imponente e arrangiamenti che da lì a breve avrebbero fatto la fortuna di diverse band, qualcuna anche italiana, grazie a singoli quali “Tremelo Song”, e “Weirdo” si conquista la sua buona fetta di successo, divisa tra critica e vendite. Ultima segnalazione nella posizione numero 61 per “In Ribbons” per i Pale Saints. Quando si parla di pubblicazioni sotto etichetta 4AD questo blog rizza le antenne e non rimane deluso neanche di fronte a questo lavoro; suoni crudi e perfettamente Shoegaze, anche se meno stratificati, suadenti ed attraenti, il tutto condito da quella vena “alternative” che caratterizzava i primi anni ’90. Album che arriva addirittura alla posizione numero 10 della UK independent albums, e che anni dopo viene inserito come 34esimo tra i migliori 50 dischi Shoegaze da Pitchtfork. Singoli non vennero estratti, ma consiglio l’ascolto di brani quali “Ordeal”, “Thread of light”, e della delicata “Shell”.

Seconda settimana che si apre con l’avvicendamento al numero 1, infatti i Def Leppard, scanzano il “Boss” e si prendono la vetta col loro “Adrenalize”, il gruppo inglese, sforna un lavoro di rock verace come i primi cinque precedenti lavori, e l’apertura, con il singolo “Lets get rocket”, tra il titolo e l’incipit con quel “Do you wanna get rock” suonano come la più sincera dichiarazione di intenti che potessero fare. Gruppo in gran forma e brani che si prestano da lì a breve a diventare dei veri inni da cantare nei loro ottimi live. Oltre alla già citata “Lets get rocket”, ricordiamo anche brani come “Tonight” e ” Heaven is”. Come spesso è accaduto, molti giudizi contrastanti, tra chi elogia il gruppo per l’ottima produzione e qualità dei brani, e chi invece li accusa di essere diventati troppo vicini ad un Hard Pop da classifica, allontanandosi troppo dal suono più Heavy del passato. Considerate le sempre maggiori difficoltà riscontrate da band con quel tipo di suono, letteralmente surclassate dal grunge e dall’alternative, spesso costrette allo scioglimento, i Def Leppard tra mille altre difficoltà dovute alla morte del loro chitarrista, licenziano un lavoro onesto ed in linea tutto sommato, con la loro produzione passata. Il pubblico forse anche per questo li premiò, infatti il disco vendette 7 milioni di copie con la buona pace di tutti. Posizione numero 4 per il terzo disco dei The Beautiful South “0898”. Il gruppo inglese continua con questo nuovo lavoro a confezionare lavori di tutto rispetto, infarciti di testi molto critici ma anche molto ironici verso la società anglosassone. Dai toni forse più cupi rispetto al passato, riesce a mettere d’accordo buona parte della critica, risultando in futuro come uno dei dischi più sottovalutati fa parte della critica del tempo. Per i singoli rivolgersi a “Old red eyes is back”, “36D” e “Bell bottomed tear”. Presenza femminile al gradino numero 11 con PJ Harvey ed il suo “Dry”. Disco di debutto per la musicista di Bridport che metterà le basi per tutta la seguente discografia. Testi duri, di denuncia, poco allineati alla figura femminile che era in voga a quei tempi, accompagnati sempre da accordi potenti e strutture decisamente solide, la Harvey nonostante facesse parte del circuito Indie, diventa un vera e propria star e si fa portavoce di quel cambiamento nella percezione dell’ essere donna e personaggio pubblico negli anni ’90. Per capire ciò che era presente nel disco andrebbe ascoltato tutto di un fiato, ma dovendo scegliere gli episodi più significativi, possiamo dire l’introduttiva “Oh my lover”, per i contenuti di cui sopra, “Sheela-Na-Gig” idem, e “Plants and rags” per la presenza del violoncello suonato dalla stessa PJ e perché rappresenta il collante tra la prima furiosa parte dell’ album e la parte finale, più lenta, riflessiva ma non per questo meno eruttante di significati.

Altra settimana ed altro avvicendamento al vertice della classifica, un altra donna, stavolta scozzese, ed altro album di debutto, stiamo parlando della Ex Eurythmics Annie Lennox con il suo “Diva”. Album dotato di un’ eleganza e di una classe difficilmente rintracciabili nelle chart in giro per il mondo. Album curato anche molto bene nella scelta della scaletta, che alterna momenti di pura poesia come l’iniziale “Why” o come “Cold” a momenti più divertenti come “Walking on broken glass”, con tanto di video con i costumi d’epoca. Album scritto in solitaria, che la smarca ancora di più dal ruolo della “bella” da mtv compagna del talentuoso e”mente” del gruppo Dave Stewart. Scorrendo più avanti non si fanno incontri eccellenti, ma possiamo segnalare il secondo lavoro degli scozzesi Gun al numeo 14 e la raccolta dei Jam “extras”che racchiude demo, rarità e B-side della band inglese.

Ultima settimana che vede la raccolta dei Texani ZZ Top, sul gradino numero 5, album antologico questo, che racchiude i successi della band ma che vede i singoli “Viva Las Vegas” e “Gun love” come inediti. Tra la colonna sonora dei “The Commitments” Vol. 2 al numero 13 ed il nuovo lavoro dei Pavement al 72, finisce questa escursione sulle nuove uscite dell’ Aprile del 1992. Qui la mia Playlist di Spotify.

Al mese prossimo con le Cronache dal secolo scorso, buone degustazioni sonore.

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