
La radio “ libera “ in Italia compie 45 anni, e proprio i network che hanno contribuito alla sua distruzione lanciano un’ iniziativa dai sentimenti nazional-popolari per eleggere la loro “migliore” canzone italiana.
La radio libera e privata in Italia compie 45 anni. Sono lontani i tempi di Radio Alice e delle varie radio indipendenti, sono lontani i tempi del: “ trasmettiamo quello che vogliamo” del: “ liberi dalle case discografiche”, oggi anche gli slogan più “puristi” vengono traditi dopo pochi minuti di ascolto, anche i vari “style” qualcosa, sono assoggettati alla pubblicità ed alle richieste delle major. Ogni rotazione radiofonica viene decisa dalle fantomatiche “ redazioni musicali” che altro non sono, se non delle cerchie di poco esperti musicali, dove si celano dei ragionieri che decidono cosa trasmettere in base alla pressione dell’ etichetta di turno e del tempo radiofonico, i fatidici 3 minuti e qualcosa. Il tutto viene poi infarcito da sondaggi di scarso interesse e quattro chiacchiere su titoli di gossip, che servono solo da riempimento. Mai più sentito parlare di musica, produttori, musicisti, al microfono ormai si susseguono nomi “noti” del giornalismo, della televisione e di tutto quel mondo di personaggi che non si sa bene come siano usciti e quale ruolo ricoprano nel mondo.
Questo fantastico universo musicale, ha quindi deciso di stilare una classifica eleggendo il miglior brano per ogni annata, votato dai direttori “artistici” delle radio promotrici; non potendo mancare il lato economico, per poter vendere quattro dischi in più, le menti geniali, si sono inventate delle cover di lusso di alcuni tra i brani più importanti, col risultato scontato, di ridicolizzare l’ interprete e distruggere la versione originale, ascoltate il massacro perpetrato su “ Quando ” di Pino Daniele.
Analizzando la track list, si nota subito che il tutto si riduce ad un‘ elenco infinito di singoli scontati messi in ordine cronologico; pochi i pezzi di valore presenti, mai una sorpresa, mai una brano riportato alle mente che avevamo dimenticato, mai una preferenza per la qualità, anziché alla notorietà del brano. Un lungo e tedioso menù di pezzi nazional- popolari di una tale scontatezza, che potevano essere inseriti da chiunque abbia ascoltato musica negli ultimi anni, un lungo turbinio di ovvietà che solo l’ enorme caratura degli addetti ai lavori poteva partorire. Il fondo si tocca quando si arriva a leggere quelle che sono state elette le migliori canzoni dal 2000 ad oggi, per la linea editoriale del blog non le andrò ovviamente a citare, ma mi chiedo come sia stato possibile arrivare ad un livello così scadente di pubblicazioni canore, che cosa abbia spinto cotanti esperti del settore a scegliere cose così bieche da risultare irritanti alla sola lettura e che cosa viene irrorato nelle orecchie di chi ascolta e l ‘ effetto che ne scaturisce.
Nelle quattro righe di presentazione nel sito ufficiale, hanno trovato il modo di fare anche un vergognoso riferimento al momento particolare che stiamo vivendo, con il solito trito slogan del ripartire insieme, e dell’ unità da ritrovare, ulteriore offesa alla comune decenza di chi legge, e capisce perfettamente che una mossa pubblicitaria da quattro soldi si voglia far passare per chissà quale grande evento per la comunità.
A proposito di evento, lasciatevi libero il mese di ottobre da eventuali impegni, il culmine di questa baracconata messa in musica, si avrà con un grande evento che inonderà tutti i possibili social network e piattaforme di condivisone, così da permettere anche a chi è lontano, di potersi unire alla celebrazione della più grande operazione di marketing e sciacallaggio della radio, in streaming ovviamente.