
C’è stato un momento dove anche in Italia la radio veniva fatta in un certo modo, un modo garbato, non urlato, competente; dove chi stava dietro al microfono era molto consapevole di quello che veniva trasmesso, ed anzi, era magari l’ artefice della scaletta proposta, una radio che nel tempo ha saputo formare migliaia di ascoltatori; tutto questo prima che lo speaker venisse trasformato in una macchietta,
in un annunciatore di canzoni delle quali conosce a malapena il titolo, ridotto ad urlatore dalla battuta facile che lancia a raffica argomenti per innescare il prossimo flusso di messaggi vocali, gracchianti, sguaiati, senza il minimo contenuto. Prima di tutto questo, era il 1982, la radio di stato, inaugurò tre canali fruibili in modulazione di frequenza, RaiStereoNotte, era il contenitore notturno nel quale quattro conduttori si alternavano alla conduzione, liberi di proporre ognuno col suo stile, le proprie scelte musicali. Qui trovavano spazio generi difficilmente trasmessi nelle ore diurne, c’era spazio per artisti meno conosciuti, c’era spazio per poterli raccontare, imparare ad amarli, perché al tempo, un disco aveva la durata di una stagione, nel caso di successo di alcuni mesi, quindi c’era tutto il tempo di sorbire il suono ed imparare a gustarlo nel modo giusto.
Alla conduzione si sono susseguite molte voci note del panorama radiofonico e musicale del tempo, che ancora oggi continuano a fare il loro lavoro privilegiando la qualità, agli aneddoti in pillole scritte da un redattore qualunque con il solo intento di riempire dei minuti tra un brano e l’ altro. Tra i preferiti del sottoscritto, Francesco Adinolfi, Enrico Sisti ed Ernesto Assante, i quali proponevano nelle loro trasmissioni, brani che spaziavano da Fred Astaire a Marylin Monroe, una puntata tematica sul nuovo disco dei Prefab Sprout, guidati dall’analisi dei testi, oppure una serie di racconti notturni con una colonna sonora jazz da pelle d’oca; Il tutto con un modo di porsi, e di narrare, che non esagerava mai verso l’ arroganza o la supponenza di chi conosce l’ argomento, ma sempre invece in maniera amichevole, e molto pacata.
Nel tempo si era creata quasi una comunità di ascoltatori che per via del lavoro o per la loro natura nottambula, si sintonizzavano e protraevano l’ ascolto fino al giungere dell’ alba, quando il primo GR del mattino metteva fine al programma e faceva da normalizzatore tra le ore oniriche e quelle di veglia, riportando tutti alla realtà con la cronaca dei fatti del giorno. Come dicevamo, tutto questo è andato avanti dal 1982 fino al 1995, poi nel corso del tempo la trasmissione ha subito degli stop e dei cambiamenti di orari, perdendo la continuità che l’ aveva contraddistinta negli anni passati.
Da qualche tempo, un sito chiamato viapo14, la storica sede degli studi Rai, curato da Giovanni De Liguori, ha come scopo quello di recuperare il più possibile di quel tesoro della radiofonia italiana del secolo scorso, e mettere online le registrazioni originali, facendosi aiutare da chiunque fosse in possesso di una vecchia cassetta dove aveva registrato anche solo spezzoni di trasmissione. Un progetto epico, se si pensa alle puntate andate in onda, ma di sicuro fascino e che merita rispetto ed il nostro appoggio per il valore culturale della ricerca. Sul sito si possono trovare le registrazioni divise per conduttore, lo spazio dedicato agli speciali, e c’è il modo di collaborare inviando appunto del materiale per cercare di completare il più possibile la storiografia del programma.
Come dicevamo all’ inizio, c’era un tempo dove anche in Italia si faceva radio in un certo modo, l’augurio che possiamo fare, è che qualche addetto ai lavori riesca ad ascoltare quelle registrazioni e regoli il tiro, facendo in modo di non naufragare sempre di più verso una radio fatta di musica e di argomenti spiccioli, che non contribuirà mai in questo modo a formare alcun ascoltatore.